Il panico per il troppo dolore
Gli attacchi di panico mi prendono quando il dolore è troppo, quando l’attacco dall’esterno ha colpito forte.
Ho esitato a scriverne ed a mostrare la mia vulnerabilità, io che ci tengo ad essere una tosta.
Sono trascorsi due anni da quel giorno di luglio in cui ho avuto la prima udienza per la separazione giudiziale e in quella stanza con gli arredi rossi ho trovato il varco per l’inferno.
Subito dopo ho cercato di fare la normale ma poi ho iniziato a non respirare bene, a sudare con il cuore in gola e i pensieri come un blocco di cemento. Sono arrancata a casa, sul letto e ho preso 4 gocce di Lexotan per non morire. La sensazione era quella.
E quel giorno sono morta: ferita, umiliata, fraintesa da un giudice donna in linea col padre dei miei figli, che dalla fine della nostra famiglia ha ricavato soldi. Ero arrabbiata perché dei miei figli ha deciso gente che di loro non sa nulla, padre compreso.
La rinascita dopo il panico
Lì in quella stanza con una avvocato incapace ed un giudice fallimentare, io sono morta ed attraverso il tunnel del panico sono rinata.
Quello è stato un punto esclamativo enorme messo dal mio corpo.
Dopo ho cambiato avvocato per una più agguerrita e capace ed ho chiuso questa assurda e spiacevole esperienza.
Spero il mio vissuto possa essere utile per qualcuno.